Certo, ma non perché impalpabili ed inaspettati come
qualcuno vorrebbe far credere, anzi fin troppo intuibili.
La lettura del Bilancio di previsione 2015 non lascia margini
di interpretazione. Il rapporto pensionati/iscritti scenderà ai minimi storici
già da quest’anno:
5,9 (pens.)
: 1 (iscr.)
Dal conto economico previsionale le stime conseguenti,
in soldoni, sono preoccupanti: il saldo si riduce!
Com’è possibile che in periodo di congiuntura negativa
come quella che stiamo vivendo il nostro Consiglio dei Delegati non si sia reso
conto che occorre adottare politiche di più facile accesso alla libera professione,
che non sia la sbandierata soppressione degli Ordini professionali, caldeggiata
dai “giaguari” di turno?
E’ così difficile immaginare che un giovane Collega
che voglia iniziare la libera professione non disponga per il successivo anno
dei danei per pagare anche solo i minimi previdenziali, pur ridotti? Ancor
prima, magari, nemmeno dei 500/00 € di iscrizione all’Ordine professionale?! Più volte mi sono chiesto, senza esito, se oggi avrei rischiato come quando ho intrapreso la mia attività professionale, in tempi forse non prosperi ma di certamente non critici e con poca prospettiva come questi attuali in cui debbono iniziare i giovani Colleghi.
E’ davvero così complicato sostenere che la quota di
iscrizione al proprio Ordine per un neo professionista possa applicarsi a
partire dal terzo anno di iscrizione così come anche Inarcassa, dilazionando
negli anni successivi la corresponsione economica di questo vantaggio?
Possiamo chiedere, finalmente, che i relativi Ordini
Professionali Nazionali ed Inarcassa si parlino tra loro per agevolare l’accesso
alla professione di Architetto e Ingegnere, supportandola anche attraverso
azioni politiche presso gli organi governativi affinché anche i liberi
professionisti possano accedere ai benefici riservati alle Piccole e Medie
Imprese?