sabato 28 febbraio 2015

Muratorio, Giorgi ... "Come due coccodrilli"!

Quando leggerete l'allegato a questo post, il mio ultimo per ora di questo genere poi dalle proteste alle proposte, resterete forse interdetti, o forse amareggiati o ancor meglio più incazzati. Non so dire con esattezza lo stato d'animo che potrà suscitare ma penso che non lascerà indifferenti, ... spero.


La circostanza è quella dell'Indagine conoscitiva sul funzionamento delle casse previdenziali presso la Commissione parlamentare di controllo, Presieduta dall’On. Di Gioia Lello, avvenuta in data 23 giugno 2014, alla quale i nostri Presidente e Direttore generale, oltre al Responsabile del patrimonio immobiliare, vi si recano dar conto alla commissione dello stato di salute e del funzionamento del nostro istituto previdenziale in ragione degli obiettivi posti dalla riforma Fornero.


Dell’intero resoconto stenografico, pubblicato su indirizzo web della Camera dei Deputati, ho inteso riquadrare in rosso unicamente il periodo avente attinenza con questo articolo (lasciando ai lettori ogni commento sul resto pur avendo evidenziato alcuni passaggi che mi premeva “attenzionare”) affinché possiate avere contezza che in qualità di iscritti abbiamo “priorità”, per usare le esatte parole pronunciate dalla Presidente Muratorio, nella locazione degli alloggi di proprietà di Inarcassa, assolutamente “non popolari” come dalla stessa precisato.

Per quanti non  lo sapessero, è possibile recarsi presso il proprio Ordine provinciale per avere notizie nel merito; ancor meglio sarebbe accedere dal quel indiscreto link sul fondo rosso della pagina web di Inarcassa, denominato PATRIMONIOIMMOBILIARE, che vi consentirà di accedere al FondoInarcassaRE per la visualizzazione delle occasioni di locazione, eventualmente ancora disponibili, in diverse città d’Italia.


Al di là di questa "banalità", che tuttavia con l’occasione mi sembrava utile partecipare a quanti non ne conoscessero l’esistenza, ciò che personalmente mi ha stranito più di ogni cosa leggendo l’interpellanza è lo scarso livello di approfondimento esercitato dai membri della commissione su un argomento così delicato qual è quello della previdenza. L’unica richiesta di chiarimento, o quasi, è inerente alla richieste di affitti esosi e di cadute di calcinacci nella zona di Torre Gaia a Roma.
Per il resto tutto splendidamente bene:
-siamo un istituto previdenziale che fa beneficenza sottoscrivendo minibond da milioni di euro per sostenere la categoria delle Piccole e Medie Imprese (ma la nostra non è quella dei professionisti, come ci hanno sempre detto, non potendo perciò usufruire dei sostegni economici a favore delle PMI?);

-siamo project manager ed investitors nella creazione di infrastrutture, nell’apertura di cantieri,  nell’ultimazione del “non finito” di Michelangelo e nel sorreggere ponti e passerelle!;

-diamo preziosissime occasioni di espressione ai giovani iscritti ed alle loro idee con concorsi, per ora uno,  che risollevano le sorti economiche delle giovani leve in un momento di crisi profonda;

-diamo la pensione minima a tutti … “ma vincolata al bisogno effettivo” (che tradotto vuol dire: se la  dichiarazione ISEE del nucleo familiare supera i 30.000/00 € non si tratterà di bisogno effettivo);

-ed ancora un mondo di bene, per tutti, architetti, ingegneri … ed altri che abbiamo stabilizzato  lavorativamente più di quanto possiamo immaginare di esserlo noi stessi iscritti.

Tuttavia, anche in questo idilliaco mondo che è Inarcassa, un gravoso compito sembra preoccupare la Presidente: “l’applicazione di norme pubblicistiche” (dette anche norme di trasparenza) che fa perdere del tempo mentre, di contro,  senza tale obbligo si risparmierebbero soldi migliorando in efficienza! Parola sua!


Come due Coccodrilli, un vecchio film magistralmente diretto da Giacomo Campiotti, una storia che parla del tempo che passa e che trasforma ogni cosa ... una storia che parla delle possibilità per ognuno di noi di prendere coscienza di quel che accade oltre il nostro ristretto mondo e, forse, della possibilità di cambiare.









mercoledì 25 febbraio 2015

Una ineludibile esigenza di trasparenza!

Quel che ci si aspetterebbe da un istituto che tutela la previdenza dei propri iscritti, soprattutto in in periodo di radicali cambiamenti e di tempi incerti, è una incondizionata ed ineludibile esigenza di trasparenza che pervada le sensibilità dei suoi rappresentanti e dirigenti.
Questo però nel mondo di domani, mi auguro! In quello di oggi, come di ieri, l'istinto che ha pervaso molti colleghi Delegati, Consiglieri e Presidente, fatte le dovute eccezioni per i pochi virtuosi, ovviamente inascoltati ed in minoranza, sembra essere stato quello dell' "ammucciare", del nascondere:
- nessun verbale del CND che sia possibile pubblicare o inviare agli iscritti (vedi emendamento del  Delegato Mario Sbrozzi nel 2012, candidamente bocciato dalla maggioranza del Comitato);
- nessun consulente esterno al CND da poter invitare (senza il previo benestare del Presidente);
- nessuna informazione circa le spese sostenute dal Presidente e Vice nelle loro funzioni;
- nessun dettaglio circa i trasferimenti immobiliari al Fondo InarcassaRE e Fabrica SGR;
- nessuna informazione sulla scelta dei professionisti consulenti.

Per rendere evidente questo atteggiamento che ha sostanziato il fare di chi avrebbe dovuto tutelarci e renderci conto in questi anni, invito quanti non ne avessero contezza a leggere lo scambio epistolare intercorso tra il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Monza e Brianza, Ing. Piergiorgio Borgonovo, e l'ufficio legale di Inarcassa a seguito delle richieste di chiarimento avanzate dalle Delegate provinciali, Arch. Roberta Cini e Ing. Maria Domenichelli, su talune spese "di rito" e sul "modus operandi" della gestione patrimoniale, alle quali il Direttore Generale, Giancarlo Giorgi, aveva già espresso un disarmante NO condito da un bel: "non contate un c....".

E' mortificante che dei NOSTRI dipendenti ci mandino quasi aff......, vero?

Ovviamente, un sincero grazie alle Delegate Cini e Domenichelli ed al Presidente  Borgonovo.













lunedì 23 febbraio 2015

Dall'inconscio alla coscienza collettiva

La pratica che più spesso ci appartiene è quella di valutare le cose  attraverso gli archetipi dell'inconscio collettivo. L'oneroso esercizio del proprio intelletto è troppo spesso barattato con la facilità di aderire alle “credulonerie” collettive o, ancor peggio, a quelle di chi, citando tecnicismi legislativi non proprio esatti, cerca di giustificare la leggerezza delle proprie scelte nel CND con il paventato rischio che Inarcassa potesse essere incorporata in altre gestioni previdenziali se non si fosse adottata La Riforma 2012, all'indomani della legge Fornero,

 ... pinocchietti! 

Non sarà stato, piuttosto, che la norma dell’allora "Ministra" cadeva a fagiolo per garantire il necessario alibi dopo che neanche gli importanti aumenti contributivi della Riforma 2008 riuscivano a garantire la sostenibilità richiesta dalla stessa Fornero e che erano stati proclamati come risolutivi di qualsivoglia futura sostenibilità?

Che la legge chiedesse la garanzia della sostenibilità a 50 anni, a fronte dei 30 precedenti, è indubbio; come anche che l'innalzamento dell'età di pensionamento (aumento progressivo fino a 67 anni nel 2021) ed il passaggio dalla forma retributiva a quella contributiva erano oramai un obbligo di legge, altrimenti l'applicazione di questi dictat avveniva automaticamente ed indistintamente per tutti a partire dal 2013.
Altro, e ben più pesante, è però La Riforma del 2012 adottata dal precedente CND per la quale l’adesione alla legge Fornero non ha avuto un solo momento di discussione e di approfondimento TRA GLI ISCRITTI/CONTRIBUENTI, prima ancora che nel Consiglio. Un’adesione quasi incondizionata e senza che il nostro istituto previdenziale, attraverso il suo Presidente o qualcuno dei sui autorevoli rappresentanti, abbia mai messo in discussione una sola virgola della nuova legge di riforma.
Sarebbe stato comprensibile, sebbene comunque non accettabile, se l’atteggiamento degli altri istituti previdenziali “a gestione separata” fosse stato eguale.

Evidentemente, tutto ciò veniva sapientemente artato confidando in quell’inconscio collettivo per cui tutti noi dobbiamo sentirci in minima parte responsabili non avendo esercitato la pratica dell'intelletto, per esserci semplicemente affidati a coloro che credevamo facessero l'interesse della nostra categoria, con il seguente risultato conseguito:

nessuna informazione + nessun confronto = divide et impera.

Per questo, quanti oggi sono in prima linea pubblicando notizie e circostanze, prima sottaciute da chi  nel corso della propria carica istituzionale ha esercitato un potere piuttosto che assolvere ad un servizio verso gli iscritti, hanno come primo interesse la maturazione di una coscienza critica collettiva basata, in primis, sulla trasparenza assoluta dell’operato dei propri rappresentanti e poi sul costante confronto dialettico.

Di seguito l'intervista alla Presidente Inarcassa (dal Sole 24 Ore) e la Lettera del Presidente INPGI (Istituto di Previdenza dei Giornalisti) dopo l'incontro con il Ministro Fornero, a voi ogni giudizio.







sabato 21 febbraio 2015

Oscuri presagi!

Certo, ma non perché impalpabili ed inaspettati come qualcuno vorrebbe far credere, anzi fin troppo intuibili.

La lettura del Bilancio di previsione 2015 non lascia margini di interpretazione. Il rapporto pensionati/iscritti scenderà ai minimi storici già da quest’anno:

5,9 (pens.) : 1 (iscr.)
  
Dal conto economico previsionale le stime conseguenti, in soldoni, sono preoccupanti: il saldo si riduce!

Com’è possibile che in periodo di congiuntura negativa come quella che stiamo vivendo il nostro Consiglio dei Delegati non si sia reso conto che occorre adottare politiche di più facile accesso alla libera professione, che non sia la sbandierata soppressione degli Ordini professionali, caldeggiata dai “giaguari” di turno?

E’ così difficile immaginare che un giovane Collega che voglia iniziare la libera professione non disponga per il successivo anno dei danei per pagare anche solo i minimi previdenziali, pur ridotti? Ancor prima, magari, nemmeno dei 500/00 € di iscrizione all’Ordine professionale?! Più volte mi sono chiesto, senza esito, se oggi avrei rischiato come quando ho intrapreso la mia attività professionale, in tempi forse non prosperi ma di certamente non critici e con poca prospettiva come questi attuali in cui debbono iniziare i giovani Colleghi.  

E’ davvero così complicato sostenere che la quota di iscrizione al proprio Ordine per un neo professionista possa applicarsi a partire dal terzo anno di iscrizione così come anche Inarcassa, dilazionando negli anni successivi la corresponsione economica di questo vantaggio?


Possiamo chiedere, finalmente, che i relativi Ordini Professionali Nazionali ed Inarcassa si parlino tra loro per agevolare l’accesso alla professione di Architetto e Ingegnere, supportandola anche attraverso azioni politiche presso gli organi governativi affinché anche i liberi professionisti possano accedere ai benefici riservati alle Piccole e Medie Imprese?

 

 



Perché non possiamo votare a mezzo PEC?

Viene naturale chiedersi! 

Ai posteri l'ardua sentenza?

NO. 

I posteri non ci saranno più se i presenti non si fanno le giuste domande per capire le più probabili risposte.

Sapete quanto costa la macchina Inarcassa per queste elezioni 2015?

1.800.000/00 €

Non proprio bruscolini!

Allora vediamo come si giunge a tale somma:
1)      invio di un’enormità di raccomandate, all’incirca 160.000, con Mail Boxes E, forse più veloci ed efficienti della proletaria PT (fatto sta che molti colleghi ad oggi non hanno ricevuto nulla. Scandaloso!). Calcolando un costo di non meno di 5/00 € a raccomandata, ABBIAMO buttato dalla finestra qualcosa come 800.000/00 €;
2)      allestimento di più o meno 110 seggi elettorali presso gli studi notarili, retribuiti, ciascuno dei quali con almeno 1 Presidente, 1 Vicepresidente e 2 scrutatori, che oltre i 500 votanti diventano 4 (vedi mai qualcuno di questi dovesse slogarsi un dito). Questi scelti discrezionalmente e senza che qualcuno possa preventivamente sottoporre ad alcuno la propria disponibilità. Tutto ciò a fare i restanti 1.000.000/00 €.

Perché, allora, dopo i proclami della Presidentessa non si è giunti davvero al voto elettronico già a questo appuntamento elettorale? Non che non vi fosse il tempo di organizzarsi!

Sarà forse che l’assoluta libertà ed “incontrollabilità” di una preferenza espressa FACILMENTE dal cantuccio
tanto più prossimo alla propria coscienza quanto distante dai facili clientelismi, come la “raccolta porta a porta”, spiazzi, a dir poco, l’attuale establishment?


E c’è anche lo sberleffo: dal bilancio previsionale Inarcassa per il 2015 si apprende dello stanziamento di 

2.580.000/00 €

a favore della rinnovazione delle strutture ed infrastrutture hardware/software e piattaforme informatiche varie.
L'espressione di voto su piattaforma elettronica è un'assunzione di responsabilità che TUTTI i Delegati dovrebbero sottoporre da subito nel C.N.D.  Pretendi dal tuo candidato un IMPEGNO formale in tal senso.





venerdì 20 febbraio 2015

La verità sulla pensione minima!


Dal Blog di Vincenzo Perrone: Facciamo qualcosa di concreto

"Facciamo qualcosa di concreto: una specie di “catena di Sant’Antonio”, ognuno contatti anche solo 2 elettori Inarcassa invitandoli semplicemente ad esprimere un voto di opinione, che determini un cambiamento, ASTENENDOSI (e qui, deliberatamente, uso le maiuscole perché non c’è né il grassetto né il sottolineato) a non consegnare la scheda dai candidati “raccattatori” di voti. Molti, infatti, si rincrescono sia di sborsare i quasi 5 € per spedire la raccomandata (del voto postale), sia di recarsi presso il notaio.
Non darei nemmeno indicazioni sui nomi da votare (tranne il caso in cui c’è una sola possibilità alternativa, come nel caso di Barbara Lenzi, a Siena, dove c’è solo lei). Altrove si può anche dire: «scegli tu, ma tenendo opportunamente conto che è indispensabile una ventata d’aria nuova».
Se ognuno dei 2 colleghi contattati facesse altrettanto (cioè coinvolgesse altri 2 colleghi a testa nella “catena di Sant’Antonio”) chissà che non si riuscirebbe ad ottenere … il massimo risultato con il minimo sforzo.
Lo so che è difficile. Nelle elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini molti non votano. Non votano nemmeno quelli che abitano non lontano dai seggi elettorali (si ricrescono di perdere quell’oretta necessaria a compiere il proprio dovere). Ovviamente, poi, si disperano e si lamentano (durante tutto l’arco dei 4 anni del mandato consiliare) perché le cose non vanno bene. Molti vogliono ... o' cocc' amunnat'e buon (e meritano i maltrattamenti che ricevono).
Diamoci una mossa e convinciamoci che occorre un impegno anche minimo, di un’ora al giorno, da oggi fino al 12 marzo."

La lettera dell'Ing. Marcello Conti all'indirizzo della Presidente Arch. Muratorio (2014)

Per quanti colleghi non abbiano avuto modo di leggera l'accorata lettera del Delegato Inarcassa della Provincia di Udine, Ing. Marcello Conti.

”Gentile Presidente Muratorio,


essendo prossima la conclusione di questo quinquennio, desidero puntualizzare alcuni aspetti della gestione che il Consiglio di Amministrazione da Te guidato ha svolto, con innegabili danni portati a Inarcassa ed ai suoi Associati, augurandomi che simili fatti non abbiano a ripetersi in futuro.
Per la verità quando ho lasciato la presidenza di Inarcassa sostenendo la Tua candidatura non pensavo che l’evoluzione, la cosiddetta “svolta” come definita nell’opuscolo celebrativo dei cinquant’anni, sarebbe stata tanto deleteria.
Una serie di fatti ha minato alla base un’attesa crescita del nostro Ente Previdenziale nell’interesse degli Associati.

“In primis” la pessima riforma del 2008 per la quale, non volendo guardare al futuro di Inarcassa, si è soltanto provveduto ad aumentare la contribuzione soggettiva aggravando una situazione già allora pesante per i nostri Colleghi.
Il suggerimento di esaminare la possibilità di introdurre il sistema contributivo, non certo come quello dell’INPS tanto voluto dai Governi che si sono succeduti nel tempo, è rimasto totalmente inascoltato, fino al rigetto delle mie proposte del 2010.
Salvo poi, in ossequio alla richiesta Fornero, frettolosamente imbastire una nuova riforma, introducendo l’assurdo sistema “contributivo – a ripartizione” in cui i contributi versati (il nervo del sistema contributivo) sono capitalizzati in base alla crescita del monte redditi dei Liberi Professionisti in un momento in cui notoriamente tali redditi sono in inarrestabile discesa. Né le previsioni dei Bilanci Tecnici da Voi gestite potevano, con il blocco del numero degli Associati, far prevedere qualcosa di meglio.




Poi la costituzione del fondo immobiliare Inarcassa RE, in mano naturalmente ad organismi esterni a Inarcassa, che non solo ha tolto ai Delegati, e quindi agli Associati, ogni minimo controllo sulla politica immobiliare di Inarcassa, ma ha comportato il conferimento del patrimonio immobiliare a prezzi irrisori, trasformandolo in semplici quote, ad un fondo che, a termine, dovrà essere liquidato completamente. Cioè fra meno di trenta anni Inarcassa non possiederà più immobili se continua questa scellerata politica.

Oggi avete sostenuto ed attuato, con significativo apporto di capitale, la costituzione di Arpinge, ulteriore mezzo per allontanare dai Delegati le scelte di politica degli investimenti, mentre avete fortemente osteggiato, a suo tempo, la proposta di aderire all’operazione “Social Housing” avanzata dalla Cassa Depositi e Prestiti. Sono comportamenti assolutamente antitetici, che si devono interpretare come una costante insofferenza per iniziative che sono proposte da organismi di cui non si detiene personalmente il pieno controllo.

Che dire della Fondazione Inarcassa, accettabile solo nell’ipotesi che vi facessero parte tutte le Organizzazioni rappresentative della professione di Ingegnere e Architetto. Ma Sindacati e Consigli Nazionali sono stati accuratamente tenuti fuori dalla porta, di modo che la Fondazione risulta oggi in pratica il gestore di una sola iniziativa inutile: Inarcommunity.
Su 165.000 Associati Inarcommunity, il social network creato a puri scopi elettorali, raccoglie non più di 7.000 iscritti, a dimostrazione della sua incapacità di risvegliare l’interesse dei Colleghi.
Abbiamo suggerito di abbandonare l’idea della Fondazione, e quindi di Inarcommunity, riversando tutte le risorse in un vero sostegno ai Professionisti. La proposta è stata bocciata.

Abbiamo evidenziato il chiaro conflitto d’interessi generato dall’appartenenza del legale rappresentante di Inarcassa a Consigli di Amministrazione, persino con la responsabilità di presiederli, di società di capitale di cui Inarcassa stessa è socio di minoranza. La nostra osservazione è stata del tutto trascurata, persino dal Collegio dei Revisori dei Conti, secondo il quale sarebbe sempre il Comitato dei Delegati a decidere il comportamento in assemblea del rappresentante di Inarcassa, puro esecutore. Evento mai verificatosi.

Siamo stati costretti a dare voto contrario ai bilanci di previsione ed ai conti consuntivi di Inarcassa per le errate ipotesi di base ed il mancato ottenimento dei risultati previsti. Una per tutte la gestione del patrimonio mobiliare. I rendimenti effettivi, cioè di quanto si è accresciuto il patrimonio al netto dei contributi e dei costi d’esercizio, non hanno mai superato il due e mezzo per cento, a fronte di un’entità gestita che ora raggiunge i sette miliardi di euro.

Ora, come chiaro “scoop” elettorale, si propone di capitalizzare i contributi versati al tasso composto del quattro e mezzo per cento. Ma se fossero state vere tutte le speculazioni dei bilanci tecnici e le proiezioni sulla sostenibilità a trenta e cinquanta anni, con un “debito latente” oscillante tra dieci e trenta miliardi, come si potrebbe oggi fare una simile proposta? Propendo per l’erroneità delle assunzioni di base dei bilanci tecnici e per il riconoscimento del fatto che il rendimento di un patrimonio di sette miliardi non può attestarsi all’uno e mezzo per cento, tasso minimo attualmente garantito. Quindi siamo ben lieti dell’attuale proposta, che approviamo incondizionatamente, certi che una diversa politica finanziaria di Inarcassa potrà dare i risultati attesi. Non senza denunciare l’inutilità e la dannosità delle riforme sin qui approvate su proposta del Consiglio di Amministrazione da Te presieduto.

In conclusione, esprimo tutto il mio disaccordo nei confronti del comportamento di un Consiglio di Amministrazione che in questi ultimi anni ha ingiustamente deteriorato i rapporti con il Comitato dei Delegati, unici rappresentanti degli Associati ad Inarcassa, e proposto ed attuato una gestione diametralmente opposta agli interessi degli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti che, per legge, sono i veri diretti interessati ad un sostenibile futuro di Inarcassa.

Quindi mi auguro che nuove forze, con diverse visioni, si apprestino a governare Inarcassa in futuro, nel solo ed esclusivo interesse degli Associati.
Saluti
Il Delegato Ingegneri di Udine
dr. ing. Marcello Conti”


giovedì 19 febbraio 2015

Lettera ai colleghi per la candidatura al Consiglio dei Delegati Inarcassa 2015-20




Cari Colleghi, come avrete appreso dalla missiva giuntavi da Inarcassa sono candidato al Comitato Nazionale dei Delegati Inarcassa per il quinquennio 2015-20, per gli Architetti PPC della Provincia di Cosenza.

La presente per rendervi partecipi di alcuni convincimenti, forse di basso profilo per qualcuno, maturati distintamente nei miei anni di professione e, ovviamente, di iscritto al nostro sistema di previdenza.

Per molto tempo quella previdenziale è stata per me “materia” ostica o, ancor peggio, a volte “distante”, come per tanti colleghi dell’attuale generazione “di mezzo”, compiendo oggi 46 anni. Forse perché la visione che noi tutti avevamo era confortata dalla prospettiva della crescita professionale quanto economica, non florida come quella della precedente generazione ma certamente possibile ed ipotizzabile. Questo contribuiva ad attribuire al Delegato provinciale eletto, ai Consiglieri ed al Presidente di turno, chiunque fossero, una sorta di fiducia indiretta da che l’aspetto preminente era la gestione più appropriata del patrimonio della Cassa e, finché tutto andava bene, non vi era alcun problema o preoccupazione di sorta.

Da diversi anni, tuttavia, messa da parte la distanza ed avendo avuto evidenza di come per diversi Colleghi, Delegati o Consiglieri, Inarcassa sia divenuta una faccenda di “mestiere”, la mia precedente fiducia si è sempre più affievolita tanto da essere mutata in una profonda ed incondizionata sfiducia. I guasti perpetrati alla nostra previdenza nell’ultimo quinquennio, avallando passivamente la riforma Fornero con la modifica statutaria del 2012; cercando di affidare a terzi la gestione del nostro patrimonio; rendendo insostenibili le modalità attraverso cui questo agisce su noi iscritti, avendo la percezione di essere estranei in casa propria, non possono lasciare più indifferenti. Per di più, il convincimento di essere soggiogati da un’ennesima gabella, senza benefici futuri percepibili, piuttosto che avvertire la soddisfazione di aver consolidato un “salvadanaio per la vecchiaia” lascia davvero l’amaro in bocca o, per essere più esplicito, … mi fa davvero “incazzare”.



Ho apprezzato in questi ultimi anni quanti Delegati, o più in generale Colleghi, hanno cercato di contrastare questa deriva che, nella declamata volontà di essere consolidante per le casse e solidale per gli iscritti, è apparso evidente, invece, essere il principio di un declino che avrà come naturale epilogo l’impoverimento delle casse, per l’impossibilità di avere nuovi iscritti e per chi lo è già di adempiere anche solo alle contribuzioni minime, e l’iniquità per quanti di noi, versando somme previdenziali poco significative per contingenza economica, non vedranno garantita una pensione effettiva o dignitosa.

Tuttavia, ancora una volta, nei proclami e negli impegni pur apprezzabili di questi Colleghi che sostengono la visione di una previdenza Equa, Sostenibile e Solidale, non riesco a trovare quel profilo basso, quelle poche cose da fare e da sostenere da subito a vantaggio di tutti e senza troppi giri di parole:
-  poter versare i contributi in forma dilatoria, direttamente come “trattenuta” in fattura, evitando ratei pesanti e insostenibili per molti, attraverso le modalità oggi possibili con l’uso del web e della telematica;
-  iniziare a strutturare una forma previdenziale diversa, al passo con i tempi, certamente portando l’età pensionabile oltre i 65 anni, dando sostenibilità alla cassa, ma al contempo prevedendone l’anticipazione, in forma minima e di sostegno già al compimento dei 60, e questo per tutti;
-  riformare l’attuale pensione unificata, regolamentando l’obbligatorietà dei versamenti per il raggiungimento della minima, in modo che sia equa e dignitosa per tutti, e volontaria l’eccedenza;
-  gestire in forma autonoma ed autoregolamentata, anche attraverso le verifiche dei Delegati, il patrimonio mobile ed immobile evitando gli sperperi delle fantasiose quanto inutili (almeno per la maggior parte degli iscritti) società di ingegneria, come Inarcheck Spa, oppure quelli dei lauti stipendi di alcuni;  
-  rendere visibile l’operato di Delegati e Consiglieri attraverso le forme consentite dagli odierni strumenti telematici (visione in streaming di tutte le sedute), per molti ancora “inappropriati” a questi scopi;
-  creare una piattaforma telematica unificata, possibilmente anche con gli Ordini Nazionali, per la gestione attraverso account di tutto quanto possa essere eseguito attraverso la forma telematica ed il web;
-  consentire, finalmente, la votazione dei delegati anche attraverso pec, con un enorme risparmio per le casse (pensa che il costo dell’attuale macchina elettorale per il Comitato dei Delegati si aggira intorno ai 1.800.000/00 euro … un milione e ottocentomila euro), piuttosto che recarsi presso il notaio di turno (ben pagato) o inviando la raccomandata allegata alla lettera in arrivo da Inarcassa. Questa per molti un fastidio, e di certo un costo, ma che allo stato invito a considerare come l’unica possibilità di espressione del diritto di voto per quanti si trovano nell’impossibilità di recarsi al seggio del capoluogo di provincia.

Visioni? Utopie? Non credete a chi ve lo racconta! Per tutto questo, e molto altro ancora da rifare, evidentemente, non basta il proposito di un singolo occorrendo una vera e propria rivoluzione generazionale che vi chiedo vivamente di supportare, al di là della mia persona della cui serietà ed onestà intellettuale, che di certo non verrà meno in questa circostanza, potranno testimoniare quanti hanno avuto modo di conoscermi, anche solo negli anni della formazione accademica presso la Federico II di Napoli.

Non possiamo più permetterci di attendere, è necessario il cambiamento di rotta.

A prescindere dagli esiti di questa votazione, comunque, spero di avervi insinuato un dubbio o anche solo un’esigenza di maggior chiarezza sulla condizione odierna e sulle prospettive future per la nostra Cassa.

architettovitaleperinarcassa@gmail.com 
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