giovedì 23 aprile 2015

Agli Ordini ... "mein general!"

Quelle di Inarcassa sono certamente elezioni che riguardano una parte sostanziale delle categorie degli architetti e degli ingegneri ma che, negli intricati e strani meccanismi del nostro mondo professionale, finiscono per tirar dentro anche il complesso mondo ordinistico e le sue espressioni provinciali. Fin qui nulla di strano, anzi: è mia profonda convinzione che, quale luogo unificante del fare professionale, che trova nella libera professione la più naturale collocazione, gli ordini non possano ignorarne le prospettive ed i conseguenti esiti di questo momento che coinvolgono la metà circa dei colleghi. E' sempre auspicabile che la struttura ordinistica sia partecipe a tutte le vicende territoriali che investono un numero considerevole dei propri iscritti, ancor più quando queste hanno carattere nazionale e molto più quando si tratta di Inarcassa.
Fatto salvo quanto premesso, in occasione di queste elezioni per il rinnovo del CND del 2015-20 si è potuto assistere ad una inaspettata varietà di comportamenti, a profonde differenze tra gli ordini provinciali tanto da sembrare espressione di mondi diversi piuttosto che di quello unificante da cui ci si aspetterebbe un'identica ... DEONTOLOGIA!
Partendo dall'interessata INDIFFERENZA di alcuni, celata sotto forma di una condivisibile imparzialità ma del tutto inappropriata se tradotta in pura inerzia; passando poi attraverso la SPONSORIZZAZIONE diretta e dichiarata di un candidato a discapito degli altri, quasi fossero 
questi ultimi i discendenti dell'alunno di Socrate; per finire, come appare in un caso, addirittura alla risoluzione di controversie tra candidato presidente di ordine e candidato di fazione opposta davanti al consiglio di disciplina!
Sperando che di quest'ultimo ne venga svelata, il prima possibile, l'intenzione semplicemente propagandistica tipica di una boutade da campagna elettorale, lasciando che i ricorsi punitivi appartengano ai tempi passati, ciò che sembra evidente è la POCHEZZA DEMOCRATICA dei nostri ordini intendendo con questo non già la partecipazione di quella pluralità di menti che li possano animare a tutti i livelli decisionali, ancora un'utopia, ma più banalmente la possibilità per queste pluralità di essere espresse nelle sedi deputate, appunto gli Ordini professionali.
Nel caso delle elezioni in discussione sarebbe stato davvero scandaloso se il CNA, come anche il CNI, si fosse espresso in maniera chiara ed univoca invitando le sedi provinciali alla democratica pubblicazione dei programmi dei candidati sui propri siti web? Magari, suggerendo anche la possibilità di propendere per un incontro informativo tra candidati e iscritti che, nel mondo dei comuni mortali, dovrebbe essere la pratica più ovvia e scontata, direi quasi ... normale!        
  
La NORMALITA', l'esercizio mentale più semplice da concepire ed al contempo la fenomenologia più difficile da riscontrare, almeno nel nostro paese.

È a questa normalità che spero vorrà tendere il prossimo CNA, per quel che riguarda noi architetti, che ancora una volta si è dimostrato scollato dalle necessità della maggior parte dei suoi iscritti e senza alcuna capacità di esercitare un'adeguata presenza politica a vantaggio della categoria, ora più che mai confortata unicamente della capacità di qualche singolo di rendere partecipate, e perciò democratiche, le diverse attività di interesse che coinvolgono la vita professionale di noi tutti.